Simulatore climatico: il futuro è a Bolzano

Simulatore climatico: il futuro è a Bolzano

E’ stata inaugurata in Alto Adige un’infrastruttura di ricerca che simula le condizioni climatiche più estreme allo scopo di valutare la loro influenza sull’uomo, sull’ambiente e sulla tecnologia

G. Agazzi 

Si potrà vivere come sulla vetta dell’Everest e oltre (fino a 9000 metri) a Bolzano, nel simulatore Terra X Cube, inaugurato venerdì 5 aprile 2019, che offre condizioni climatiche uniche nel mondo. Oltre all’altitudine, si potranno simulare temperature comprese tra -40°C e +60°C, irraggiamento artificiale anche quando fuori è buio, 60 millimetri di pioggia all’ora anche quando fuori c’è il sole, 5 centimetri di neve all’ora anche se fuori è estate. Il simulatore si trova a Bolzano nel NOI Techpark.  Dal Sahara all’Everest, ecco Terra X Cube, la macchina delle meraviglie, come qualcuno l’ha definita, senza esagerare. Vi potranno essere effettuate ricerche in ambito medico, ecologico e industriale. La pressione e la concentrazione di ossigeno possono essere variate a seconda della quota che si vuol simulare, come su alcune delle cime più elevate del mondo.

Christian Steurer, direttore di Terra X Cube all’ EURAC Research, ha illustrato ai presenti come funziona e come è strutturato il simulatore. Le camere climatiche del Terra X Cube si presentano come due grandi cubi. Il più grande, Large Cube, e il più piccolo, Small Cube, sono in grado di offrire qualsiasi scenario climatico del pianeta terra, anche spinto ai limiti estremi sia per quanto riguarda sia il caldo, sia il freddo. Le quattro camere di test dello Small Cube sono in grado di creare le condizioni atmosferiche che si trovano nelle Alpi, mentre il Large Cube simula quote più elevate come la vetta dell’Everest. Una realtà unica al mondo, un progresso davvero eccezionale per la medicina di emergenza in montagna e non solo. Fino ad oggi i ricercatori hanno realizzato i loro esperimenti scientifici in alta quota solo in ambiente esterno, mentre ora lo si può fare nel simulatore. “Quello che ancora mancava nel campo della ricerca medica in alta quota era la riproducibilità dei test, ovvero la loro ripetizione nelle stesse condizioni” ha precisato Brugger. All’interno del simulatore possono stare 12 soggetti e tre ricercatori per un periodo lungo fino a 45 giorni. Le condizioni vengono decise e ripetute più volte. All’interno si possono montare tende, si può arrampicare o fare attività fisica. La camera principale è collegata a una camera di compensazione che permette ai partecipanti agli esperimenti di utilizzare la stanza da bagno senza disturbare i vari test. La camera di compensazione può simulare un calo improvviso di pressione come può accadere durante un intervento di salvataggio in elicottero in alta montagna. E’ possibile monitorare i vari parametri vitali come l’attività cardiaca, la saturazione di ossigeno, la pressione arteriosa e la temperatura corporea dei soggetti che si trovano all’interno del simulatore. Importanti saranno i risultati degli esperimenti condotti in ipossia. Il biologo Georg Niedrist, partecipante alla prima spedizione austriaca all’Everest, ha affermato che il Terra X Cube sarà una infrastruttura in grado di aprire nuove prospettive anche nel campo della ricerca in ambito ambientale, in particolare agricolo. Si potranno studiare le funzioni vitali di piante, animali e microrganismi in vari condizioni di clima, analizzandone i vari processi di adattamento a climi o quote estremi. Potremo studiare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi in un ambiente realistico, trovando risposte a quesiti che, visto l’impatto del climate change, saranno sempre più importanti per il futuro» ha affermato il ricercatore. Roland Psenner, presidente di EURAC Research, si è dimostrato soddisfatto di poter offrire non solo agli scienziati di tutto il mondo, ma anche agli imprenditori internazionali, nazionali e altoatesini la possibilità di realizzare i loro esperimenti e di testare i loro prodotti.

 

 

Il 5 aprile si sono riuniti i maggiori esperti a livello mondiale di medicina di alta quota e di medicina di emergenza in montagna con l’intento di esplorare nuove possibilità di ricerca in ambienti estremi. I risultati ottenuti con l’uso del simulatore potrebbero essere utili anche nel campo delle malattie croniche come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le malattie neoplastiche o cardiovascolari. Spesso abbiamo a disposizione campioni molto ridotti e questo non ci permette di studiare in modo approfondito i processi che avvengono nell’organismo a basse temperature o in carenza di ossigeno. È per questo che Terra X Cube, simulando tutte le condizioni climatiche della Terra, è così interessante per gli esperti che abbiamo invitato”, ha affermato Hermann Brugger.

All’inagurazione era presente anche Damian Bailey, attualmente professore alla University of South Wales, il maggiore studioso a livello mondiale dei processi che avvengono nel corpo umano in carenza di ossigeno: è il caso di persone che soffrono di mal d’altitudine con conseguenze a volte letali. Bailey si occupa anche di storia della Terra e mette in relazione l’evoluzione della specie con la composizione dei gas e con il contenuto di ossigeno nell’atmosfera. Terra X Cube apre interessanti possibilità̀ di ricerca per chi studia l’ipossia. Il cardiologo italiano Gianfranco Parati, direttore della Scuola di Specializzazione in malattie cardiovascolari dell’Università di Milano-Bicocca, studia malattie come ipertensione, post-infarto, diabete mellito. In particolare, è interessato a come queste malattie possano essere studiate in relazione ai processi di acclimatazione e in carenza di ossigeno all’interno di Terra X Cube. Wolfgang Voelckel, anestesista e medico di terapia intensiva è professore all’Università di Salisburgo e coordinatore medico del soccorso aereo ÖAMTC di Salisburgo. In particolare, è interessato alle nuove possibilità offerte da Terra X Cube per l’addestramento delle squadre di soccorso aereo. Matthias Jacob, medico di terapia intensiva specializzato in operazioni di soccorso a terra e nella formazione di squadre di soccorso è interessato a come migliorare le prestazioni delle squadre di soccorso in condizioni estreme, come basse temperature. Il freddo, infatti, può compromettere la destrezza del soccorritore, ad esempio, nell’intubare un paziente. I test in Terra X Cube possono aprire grandi possibilità in questo settore. Hanno partecipato all’inaugurazione di Terra X Cube anche i membri della Commissione Medica della Cisa-Ikar, presieduti dal medico inglese John Ellerton, e provenienti da ben 12 nazioni.

L’ avvenieristica infrastruttura da 1.240 metri quadri, la cui progettazione è iniziata 7 anni fa, ma che è stata fisicamente costruita in poco più di anno,

 

Un po’ di dati

1,240: metri quadrati per test e ricerca

2: camere climatiche modulari walk-in

500: tonnellate di cemento

9,000 quota massima simulabile

-40°: C capacità di raffreddamento

+60°: C capacità di riscaldamento

30 metri al secondo: velocità del vento